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Certificazioni Alimentari:
Cosa sono e a cosa servono

Intervista a Donata Sabbatini, Group Regulatory and Quality Assurance Manager

Intervista a Donata Sabbatini, Group Regulatory and Quality Assurance Manager

Le certificazioni alimentari sono delle attestazioni rilasciate da enti certificatori dopo una valutazione di conformità rispetto a norme o standard sulla sicurezza, qualità e legalità alimentari. Normalmente, le aziende che aderiscono a standard di certificazioni lo fanno in maniera volontaria, per attestare che gli alimenti trattati siano stati prodotti in maniera conforme a determinati requisiti.

Per comprendere bene come funziona il complesso mondo delle certificazioni alimentari, e conoscere quelle più importanti per le aziende del nostro Gruppo, ci siamo rivolti a Donata Sabbatini, Group  Regulatory and Quality  Assurance Manager.

Quali sono le certificazioni volontarie più diffuse?

Tra quelle volontarie, le più diffuse  in ambito di sicurezza alimentare sono la BRC - British Retail Consortium, uno standard necessario per poter entrare nel mercato inglese, l’IFS - International Food Standard, condiviso tra le filiere agroalimentari della GDO francese e tedesca, e l’FSSC 22000 - Food Safety System Certification, uno standard di certificazione alimentare internazionale, che accorpa anche i requisiti di alcune norme ISO per la produzione alimentare e degli imballaggi.

L’evidente gravità e frequenza con cui si verificano, a livello globale, spiacevoli episodi relativi alla sicurezza alimentare, ha messo senza dubbio alla prova la fiducia dei consumatori nei confronti della catena di distribuzione alimentare. Recependo gli allarmi lanciati in diversi paesi, un gruppo internazionale di commercianti ha creato l’Iniziativa Mondiale per la Sicurezza Alimentare (GFSI) la cui idea di base è ‘Ovunque, Alimenti sicuri per tutti i Consumatori”.

Queste certificazioni fanno parte del circuito GFSI e pur avendo approcci diversi, tutte contribuiscono a far si che un’azienda garantisca un costante e alto standard di sicurezza alimentare. 

A queste, come approccio di sistema della qualità, aggiungerei la ISO9001, che regolamenta tutti i processi aziendali, fornendo una visione allargata  su come tutte le attività devono essere gestite e dettando regole sulla standardizzazione dei processi. 

Quanto conta per le aziende di gruppo Casa Optima avere queste e altre tipologie di certificazioni? 

È fondamentale per dimostrare al mercato l’impegno per la standardizzazione della qualità e la sicurezza alimentare, ma anche perché alcune certificazioni sono ormai diventate fondamentali per le aziende che vogliono aprirsi a mercati internazionali o alla GDO.  Avere una certificazione significa fornire una carta di presentazione certa e attestare di rispettare determinati requisiti. Soprattutto nel commercio estero, come ad esempio con paesi quali l’Arabia, la Cina, gli Usa o l’Australia, è molto difficile  ottenere la fiducia dei mercati senza un buon biglietto da visita, come è appunto quello di  possedere almeno uno standard di certificazione.  

Quali sono le certificazioni più importanti per l’export alimentare?

Per accedere ai mercati internazionali, in particolare in determinati Paesi, è necessario allinearsi a piani di sicurezza alimentari specifici come, ad esempio, le certificazioni legate alle norme derivanti dalla religione: la certificazione Halal risponde alle norme etiche ed igienico sanitarie islamiche, mentre la certificazione Kosher garantisce che siano state seguite le regole disposte dalla religione ebraica. Inoltre, si possono ottenere delle certificazioni di qualità di prodotto che attestano le specificità degli alimenti o dei metodi di produzione, come i marchi DOP e IGP.

A queste si aggiungono, in particolare in Italia, la certificazione AIC, che attesta l’assenza di glutine e quella Vegan OK ,che garantisce l’assenza di ingredienti di origine animale. 

Per vendere in America, inoltre, ci sono specifici standard da rispettare sia a livello di sicurezza alimentare che di food defence o meglio, per prevenire atti di sabotaggio, nati soprattutto dopo l’attacco dell’11 settembre. 

Per non parlare poi di tutti i temi legati ai codici doganali e alle esportazioni, che sono la croce e la delizia di tutte le transazioni commerciali verso determinati paesi che possono godere di sgravi fiscali se rispettano determinate regole.

Nel team  di Casa Optima, chi si occupa principalmente di questo aspetto? Quali sono le maggiori difficoltà che incontrate?

Il mio ruolo è quello di guidare e dare le linee guida agli stabilimenti di produzione rispetto agli schemi di sicurezza alimentare e monitorare costantemente obiettivi e risultati. Assieme alle Qualità di stabilimento garantiamo il rispetto dei requisiti con il supporto dei direttori di stabilimento.

L’ufficio Regulatory del Gruppo Casa Optima si occupa invece di tutte le certificazioni di prodotto e di tutte le problematiche connesse alle esportazioni. Le ragazze supportano i commerciali nelle richieste sempre più sfidanti che i clienti ci pongono. Con costanza, aggiornamento, precisione  e capacità di problem solving  favoriscono il business e, nello stesso tempo, mettono “paletti” ove occorre.

La difficoltà più grande, data l’ampia gamma di referenze, è la corretta interpretazione di quelle che sono le norme europee nei vari paesi extra Europa. 

Inoltre, le certificazioni vanno rinnovate ogni anno con audit da parte degli enti di controllo e questo  comporta nuovi controlli e continui aggiornamenti, con inserimento di tutti i prodotti novità. Questo procedimento impatta chiaramente anche a livello produttivo perché sia l’Halal che il Kosher richiedono requisiti di processo e di gestione delle lavorazioni che devono sottostare a specifiche regole. 

Oltre a tutte le certificazioni appena elencate, si sta lavorando per ottenerne di nuove? 

Non ci fermiamo mai! Facciamo sempre un grande lavoro di squadra per verificare che tutto sia svolto nel migliore dei modi e consentire al Gruppo di non fermars e di avere sempre nuove opportunità. 

Data la natura innovativa che ci caratterizza, siamo sempre pronti a raccogliere nuovi spunti, attenti alle esigenze del mercato.  Le ultime certificazioni di prodotto sono quelle del RAINFOREST ALLIANCE per la produzione di un variegato al cacao e nocciole che consente di utilizzare materie prime che rispettano specifici requisiti etici e di sostenibilità ambientale, e quella legata ad un marchio IGP, la Melannurca Campana.

Sta poi dilagando la tendenza di  dover aderire a schemi di audit di terza parte (cioè da professionista, incaricato da un organismo di certificazione indipendente ed accreditato, che svolge attività di audit presso organizzazioni che intendono certificare il proprio sistema di gestione qualità, ambiente, sicurezza o altro, oppure monitorare un sistema di gestione già certificato da parte di enti esterni accreditati) per poter esportare e, nonostante i nostri schemi di certificazione, si richiede un ulteriore assesment da parte di  questi terzi enti assoldati dai Ministeri dei paesi esteri come, ad esempio negli ultimi anni, Uganda e Iraq. 

Sicuramente in ambito di sicurezza alimentare la sfida futura sarà quella di aggiornarsi e rispettare cosa le nuove revisioni degli standard di certificazione ci chiederanno.

Come avrete capito, gli standard di sicurezza alimentare ogni anno alzano l’ “asticella” dei requisiti: richiedono il coinvolgimento di tutte le funzioni aziendali, a partire dalla direzione, promuovono la revisione e il miglioramento continuo del sistema di gestione della sicurezza alimentare, dimostrano l’impegno dell’azienda in questo campo, generando fiducia da parte dei clienti; migliorano il coinvolgimento dei dipendenti, aumentando la consapevolezza dei rischi alimentari e promuovendo la sicurezza.

Sono quindi orgogliosa di sottolineare che, senza il grande lavoro di squadra del Regulatory e di tutte le altre funzioni aziendali coinvolte in ogni stabilimento (Qualità, Produzione, Direzione di stabilimento, solo per citarne alcune) non sarebbe possibile raggiungere questi importanti risultati di certificazione.