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INTERVISTA A ELISA RAGGINI

EVENT MANAGER CASA OPTIMA GROUP

Le fiere in presenza sono ripartite alla grande e, con esse, tutta la macchina organizzativa che le sottende. A coordinarle è da sempre Elisa Raggini, Event Manager Casa Optima Group.

Da quanto tempo ti occupi di fiere e come è cambiato, negli anni, il tuo ruolo?

Sono entrata in MEC3 il 1 marzo di diciotto anni fa e il mio primo ruolo è stato quello di addetta al Customer Service Italia. All’epoca mi occupavo dei clienti a 360°, svolgendo anche attività di marketing; insieme a Marco Conti organizzavo due fiere all’anno: Mig e Sigep. Nel 2005 sono passata all’ufficio Marketing, con il trascorrere del tempo l’ufficio è cresciuto, popolandosi di nuove professionalità ed io nel 2010 sono diventata ufficialmente Event Manager di MEC3, un ruolo che ho sempre considerato molto adatto a me, perché adoro organizzare gli eventi e ho attitudine al ‘problem solving’. Il mio lavoro inizia dalla bozza dello stand, disegnata ascoltando gli spunti che arrivano dal commerciale relativamente al programma da svolgere. Per realizzarla dobbiamo tenere conto del paese in cui si svolgerà la fiera, dei mq necessari, delle tipologie di prodotto da esporre (gelato, soft, beverage, pastry). A differenza di altri settori, i nostri stand sono a tutti gli effetti delle mini gelaterie, dei laboratori veri e propri dove installiamo vetrine e mantecatori funzionanti.  In base al programma contatto i fornitori, decidiamo quanti PS e quanti commerciali serviranno, prenoto l’hotel, i voli, i pass espositori. Poichè il mio lavoro coinvolge diversi uffici e funzioni, abbiamo creato una procedura standard, anche se alcuni dettagli cambiano a seconda dei paesi e occorre adattarsi alle regole di ognuno di essi. Dal 2018 sono Event Manager di gruppo e seguo fiere ed eventi di tutti i brand. Il lavoro è cambiato molto dopo la pandemia, ci sono nuove regole da seguire e l’incertezza ha determinato la riduzione del tempo a disposizione per organizzare le fiere che, invece, sono tutte molto ravvicinate e concentrate nel periodo invernale. Quest’anno, tra dirette e indirette, ne faremo circa 25. Sarà una bella sfida!

Cosa ha significato per te e per il gruppo tornare alle fiere in presenza?

Una grandissima emozione e tanto entusiasmo da parte di tutti. Finalmente si torna a viaggiare e a vedersi. Ho potuto incontrare persone che per due anni non avevo più visto neppure in video. Le fiere, oltre che importanti momenti di business, sono occasioni per conoscere nuovi professionisti, aggiornarsi sulle vite dei colleghi che vivono lontano, e si crea sempre un clima di grande collaborazione.

Qual è l’aspetto più bello del tuo lavoro? Quale il più complesso?

L’aspetto più bello è sicuramente il lato umano, il contatto con i colleghi e i clienti di tutto il mondo. Quello più complicato, invece, è l’incastro organizzativo sia relativo allo svolgimento della fiera stessa, sia nel lasciare casa e famiglia per tanti giorni.

La tua fiera preferita?

A parte il Sigep, la fiera internazionale dove arriva tutto il mondo e che coinvolge quasi 600 persone del nostro gruppo, a livello emotivo quella che preferisco è il Gulfood di Dubai, la prima fiera estera che ho organizzato e a cui non vorrei mai mancare.

Cambieresti il tuo ruolo con un altro?

Anche se è impegnativo, e a volte complicato, non lo cambierei mai! Soprattutto adesso, dopo due anni di fermo, risentire l’adrenalina del tornare a viaggiare mi ha restituito una dimensione di normalità che mi è molto mancata.